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L'età della finzione, incontro con Massimo Melotti (docente di Antropologia culturale all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino) - per il ciclo di seminari: "Prospettive sull’arte contemporanea" - Torino 6 Marzo 2019

Pubblicato: Martedì 5 marzo 2019 da Marco Giuseppe Vozza
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All'interno del seminario "Prospettive sull'arte contemporanea" condotto dal dott. Nicola Davide Angerame l'ospite Massimo Melotti presenta alcuni temi legati al suo ultimo libro "L'età della finzione" pubblicato da Bollati Boringhieri.

 

Massimo Melotti critico d'arte contemporanea e sociologo dagli anni Ottanta si occupa dei processi culturali tra arte, media, societa'. E' stato responsabile della comunicazione e curatore del progetto nuovi media del Castello di Rivoli. Ha insegnato all'Universita' e al Politecnico di Torino e attualmente e' docente di Antropologia culturale all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Tra le mostre curate ricordiamo Pistoletto Opere e Francesco Jodice American Recording. Tra le pubblicazioni L'eta' della finzione con una prefazione di Marc Auge', Bollati Boringhieri

 

ABSTRACT

Viviamo nell’«età della finzione». Espressione tutt’altro che neutra, che tuttavia non si accoda, qui, alle attuali querimonie contro lo strabordare di falsità, simulazione e dissimulazione, fake news e manipolabilità del vero, fuori e dentro la Rete. Piuttosto che vestire la toga dei grandi accusatori è indispensabile rendersi conto che nella società massmediale – in cui il consumo ha ormai dispiegato la sua massima potenza – realtà e finzione non costituiscono più una coppia di opposti in tensione agonistica, anzi sono scivolate in una indistinzione a dominanza finzionale che ha trasformato nel profondo gli assetti percettivi, le pratiche quotidiane, la logica dell’intrattenimento, lo statuto stesso dell’informazione. «Un evento che non sia mediatizzato semplicemente non esiste». L’osmosi è iniziata e Massimo Melotti ne scruta il processo con la sottigliezza del critico d’arte, al quale non sfuggono aspetti qualitativi in genere trascurati dalla sociologia dei media, primo fra tutti il prevalere della dimensione estatica, quella fredda e stupefatta fascinazione che non aspira a risolversi, bensì a protrarsi il più a lungo possibile, oltre lo spazio-tempo e i nessi causali.

L’estasi si celebra ovunque la spettacolarizzazione abbia eroso il limite che circoscriveva il reale: sugli schermi televisivi, con l’intrusione della fiction nella cronaca e l’apoteosi del reality; nei non-luoghi plurifunzionali e multisensoriali, che mettono in scena innanzitutto i consumatori, o negli allestimenti artificiali di interi contesti naturali, deputati al divertimento di massa; nella comunicazione, con le notizie fagocitate dal «tempo reale»; nel virtuale opaco del Web, che crea effetti di ritorno ancora da decifrare. Fenomeni che continuano a sollecitare schiere di studiosi, ma che le arti visive contemporanee, da Maurizio Cattelan a Vanessa Beecroft, da Francesco Vezzoli a Damien Hirst, hanno saputo disvelare con penetrante anticipazione. Il grande merito del libro di Massimo Melotti è quello di fare un’analisi completa, rigorosa e ricca di sfumature di tutti gli effetti indotti dalla nuova porosità tra finzione e realtà».

Marc Augé

6 Marzo 2019 | ore 16 - 18
Palazzo Nuovo, I Piano, Aula 37
Via Sant’Ottavio 20 - Torino

 

Ultimo aggiornamento: 11/03/2019 14:23

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